Studi recenti effettuati da ricercatori olandesi (congresso organizzato a Orlando dalla Società Americana di Oncologia Clinica, Arco) hanno dimostrato l’importanza della pratica di attività fisica regolare per contrastare gli effetti collaterali di chemioterapia e delle recidive.
Lo studio.
Pazienti con stadio di malattia tra 1 e 3 sono stati suddivisi in due gruppi e i risultati riportati sono chiari: a distanza di quattro anni, il gruppo che aveva seguito un programma di 18 settimane di esercizi accusava in modo minore sintomi legati alle terapie, come stanchezza e stress; inoltre continuavano a praticare sport fino a 90 minuti al giorno, anche finito il progetto di ricerca.
È stato dimostrato infatti che, al di là dell’età, dello stadio della malattia e dell'indice di massa corporea, l'attività fisica garantisce benefici nell'immediato ma anche negli anni successivi al trattamento chemioterapico, aiutando le donne a gestire effetti collaterali come il dolore, l'affaticamento e la nausea, sopportando con maggior facilità i trattamenti.
Quale sport è il più indicato?
L’allenamento scelto nello studio era di tipo aerobico continuato per 60 minuti, ad intensità moderata, da fare 2 volte la settimana, seguito inizialmente da un fisioterapista. In un secondo momento erano previste 3 sedute settimanali effettuate a domicilio con programma personale di esercizi della durata di 30 minuti. Questo programma veniva proposto fin dall'inizio della chemioterapia adiuvante, essendo un tipo di attività che aiutava a regolare il sistema ormonale ed immunitario (da cui dipende la modulazione della malattia oncologica).
È quindi utile cercare di andare in bicicletta, nuotare, camminare ed effettuare una corsa leggera per un totale di 150 minuti la settimana oppure svolgere attività fisica ad alta intensità per 75 minuti alla settimana (American College of Sports Medicine, 2011). Oltre alla capacità aerobica è consigliato effettuare 2 volte la settimana esercizi che abbiano come scopo l'incremento della forza muscolare (Schmitz at al.,2010). È buona regola che l’attività fisica, qualunque tipologia ne venga praticata, sia sempre accompagnata da esercizi di stretching per favorire l'allungamento muscolare ed il mantenimento della mobilità, in assenza di linfedema.
Si sconsigliano i programmi “fai da te”!
Altri tipi di attività consigliate sono le cosiddette “pratiche mind-body” (Husebo,2017): attività come Nata Yoga, Aikido e Tai- Chi che pongono attenzione al rilassamento, alla consapevolezza del corpo e che possono essere di aiuto anche se permettono di raggiungere i risultati dati dall'attività fisica in maniera minore (van der Leeden et al.).
I ricercatori olandesi hanno anche considerato importante l'attività fisica a protezione del sistema cardiovascolare in quanto la chemioterapia ha un effetto di tossicità sul cuore e quindi può essere più a rischio di sviluppare patologie secondarie a livello cardio circolatorio.
Un altro studio del 2016 (sulla rivista scientifica “Clinical Cancer Research”) ha messo a confronto due gruppi di pazienti con tumore al seno: un gruppo aveva un programma di attività fisica, l'altro invece era senza attività. I risultati sono stati a favore del gruppo con esercizio fisico poiché questo ne permetteva un aumento di sopravvivenza del 37% (Friedennreich at al., 2016). Gli effetti positivi però non si sono limitati al ridurre la mortalità: è stata verificata infatti una migliorare la risposta delle terapie coadiuvanti. Gli effetti negativi delle stesse sono diminuite e sono aumentati invece lo stato di benessere e la qualità della vita dei pazienti (Lipsett et al., 2017; Juvet ed al., 2017; Mercier at al., 2017).
Ad oggi quindi l’esercizio fisico risulta un ottimo intervento in grado di contenere gli effetti collaterali delle terapie necessarie nella lotta al tumore.
Conclusioni
Malgrado la certezza che l'esercizio fisico sia il nemico numero uno del cancro al seno grazie alla diminuzione della progressione, alla diminuzione degli effetti collaterali e al miglioramento della qualità della vita, ancora oggi abbiamo una percentuale bassa di donne colpite da tumore al seno che praticano regolarmente attività sportiva.
Per di più, in relazione ad un altro studio svolto su queste tematiche, è addirittura emerso che dopo la diagnosi del tumore circa l'11% di donne abbandona lo sport (Kim ed al., 2017).
La spiegazione a ciò potrebbe essere data dalla non conoscenza dell'utilità dell’esercizio fisico anche in caso di tumore e (soprattutto!) da una scarsa informazione da parte degli organi competenti.
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