1. Introduzione
2. Perché il gioco sostiene lo sviluppo globale del bambino?
3. Giochi per ogni fase
1. Introduzione
Ogni genitore è consapevole che il proprio bimbo abbia bisogno e necessità di giocare e così, sin dai suoi primissimi giorni di vita, compriamo giocattoli adatti ed appropriati alla sua fascia d’età.
Ma perché il gioco assume questo ruolo primario nello sviluppo del piccolo?
Il bambino che cresce comincia a giocare: il gioco e l’azione spontanea sono i veicoli principali del processo di sviluppo. Molti studiosi si sono occupati della descrizione del gioco e della sua evoluzione nella crescita del bambino, ed è stato riscontrato, negli anni, quanto sia fondamentale saper giocare in modo da far emergere, e di conseguenza poter maturare, le competenze emergenti nel proprio bambino.
Per gli adulti il gioco risulta spesso un’attività “accessoria”, limitata alla funzione stessa del divertimento. Ma non è così! Il divertimento è solo il motore opportuno affinché il gioco diventi fonte di apprendimento.
2. Perché il gioco sostiene lo sviluppo globale del bambino?
Giocare è un diritto del bambino, oltre a essere un’attività divertente e piacevole, rappresenta un veicolo necessario per favorire lo sviluppo di diverse competenze cognitive e sociali.
Il gioco è indispensabile per lo sviluppo intellettivo, motorio e affettivo del bambino e costituisce la sua naturale espressione.
Grazie al gioco, infatti, il bambino impara a:
- Ricevere, elaborare i tanti stimoli derivanti dall’ambiente e fornire una risposta adeguata, per lui/lei è fondamentale l’esperienza multisensoriale;
- Relazionarsi con gli oggetti e il mondo che lo circonda;
- Comprendere la relazione che gli oggetti hanno tra di loro;
- Far emergere le competenze cognitive, soprattutto muovendosi nell’ambiente e per l’ambiente, a sperimentare diverse tipologie di movimento;
- Utilizzare il gioco come strumento di comunicazione e relazione, integrandolo in un contesto di condivisione con l’altro;
- Al contempo sostiene lo sviluppo dei sensi e dell’apparato muscolo-scheletrico;
- Fare esperienze divertenti e stimolanti per arricchire la propria fantasia;
3. Giochi per ogni fase
Perciò, alla luce della nostra breve presentazione, riteniamo utile individuare alcune attività idonee, dei piccoli consigli su giochi e materiali da poter sfruttare per le diverse fasce d’età.
Riteniamo opportuno, però, suggerire attenzione nel leggerle come tappe indicative, e quindi da non considerare come scadenze, ma solo con punti di riferimento.
È fondamentale che ogni bambino sia libero di vivere la propria esperienza di gioco secondo le sue affinità e gli interessi; definirlo unicamente secondo scadenze fisse, sarebbe estremamente riduttivo e poco rispettoso nei confronti del suo sviluppo!
0-6 mesi
In questa fase il bimbo è fortemente attratto da stimoli salienti, in primis per il genitore verso il quale ha un interesse intrinseco. È proprio nei primi mesi che l’adulto interagisce col bambino utilizzando segnali verbali e non verbali. I materiali utili per questi giocosi scambi sono quelli che includono canali multisensoriali; si possono utilizzare giochi che stimolino nel bambino l’interesse a muoversi e scoprire il proprio corpo, è importante l’utilizzo di: materiali sensoriali diversi, di forme e dimensioni diverse e di colori contrastanti (come il bianco/nero, il giallo/viola) che per il bimbo sono stimoli molto interessanti. Queste caratteristiche del gioco lo aiuteranno a compiere i primi passaggi posturali.
6-12 mesi
In questa fase si ha una continua esplorazione del proprio corpo nello spazio come fattore agente, il bambino tramite questo impara a scoprirsi e impara cosa può fare nell’ambiente; saranno per lui molto piacevoli i giochi da scuotere, sbattere, lanciare etc. A circa 10 mesi le attività di gioco cominciano ad essere correlati a rapporti di causa-effetto.
12-18 mesi
Il bambino comincia a costruire e ricercare la funzione degli oggetti all’interno dello spazio, è in continua esplorazione e ama costruire e distruggere, riempire e svuotare, aprire e chiudere; i giochi che predilige sono proprio quelli di costruzione.
18-24 mesi
Il bambino intraprende, attraverso giochi di diversa natura, a rappresentare la vita quotidiana all’interno della sua cornice di gioco, comincia ad integrare il gioco in contesti che comprendano le persone che ha attorno (si avvicina la fase della vera e propria condivisione), ed è proprio qua che lo vedremo piano piano giocare al dottore, dare la pappa alla bambolina, giocare con le macchinine nella pista e molto altro.
24-36 mesi
La precedente tipologia di gioco evolverà presto verso una vera e propria funzionalità dell’azione, allora gli oggetti assumeranno significati diversi, nuovi e del tutto immaginati; un semplice bastone può essere un cavallo da corsa e il letto della cameretta una nave dei pirati. È il momento migliore per esplorare la fantasia in tutte le sue forme!
Dai 3 anni
A quest’età il bambino ha cominciato coinvolgere i pari all’interno del proprio gioco, non solo è presente la condivisione, ma questa può tenere una cornice sempre più strutturata e delineata da regole; si inseriscono gradualmente componenti di narrazione sempre più complesse. A questa età, rimane comunque necessario mantenere elevata l’esperienza motoria, stimolando il proprio bimbo a giocare all’aria aperta così da poter sperimentare la corsa, il salto e la dinamicità volti al completo sviluppo delle competenze grosso-motorie.
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