La gravidanza è un momento di particolare benessere per le donne, condizione fisiologica dove però il corpo subisce importanti modifiche per accompagnare e accogliere il bambino durante il periodo fino alla nascita. Tutto il corpo della donna si modifica, in particolare la parte specifica dedicata alla gestazione per creare l'ambiente favorevole al nascituro, ovvero la zona addominale costituita da pavimento pelvico, addominali, rachide lombosacrale. Grazie alla produzione di ormoni specifici prodotti fin dall'inizio della gravidanza, tutti gli organi diventano più elastici in modo da sopportare le nuove sollecitazioni e iperpressioni addominali evocate dalla crescita del feto.
In condizioni normali il fisico della donna si adatta in maniera progressiva e fisiologica a questi cambiamenti, ci sono però situazioni in cui può essere ridotta la capacità adattativa del fisico (rigidità articolare costituzionale, sovrappeso, postura scorretta, sedentarietà, agonismo sportivo, alterazioni ormonali e altro) e dove è consigliato intervenire in maniera preventiva nel percorso gestazionale con fisioterapia mirata ad accompagnare la donna nei cambiamenti affinchè il percorso sia più fisiologico possibile.
Attenzione però: la riabilitazione non è intesa in sostituzione dei corsi di preparazione al parto, semmai li affianca per insegnare alla donna come assencondare le modifiche della postura e mantenere il corretto controllo durante la variazione del peso corporeo, fino alla preparazione alla fase di spinta fondamentale al momento della nascita.
1. Gli obiettivi sono:
limitare i dolori articolari e del rachide lombosacrale,
imparare a controllare il palvimento pelvico durante la gravidanza,
mobilizzare il bacino per elasticizzare e preparare al parto,
prevenire l'insorgenza della diastasi addominale.
2. I trattamenti proposti in questa fase sono:
terapia manuale/osteopatia,
educazione posturale,
educazione del pavimento pelvico,
esercizi di mobilità globale.
Vediamoli più in dettaglio:
Trattamenti manuali/osteopatici: Sono utili a favorire la mobilità intrinseca articolare necessaria alle modifche del corpo e in particolare al momento del parto. La rigidità, ad esempio, dell'articolazione sacro-iliaca è molto frequente poichè è spesso presente già prima della gravidanza e crea un blocco artciolare sulla zona lombo sacrale e dell'anca con insorgenza dolorosa nelle suddette zone. La rigidità lombo sacrale, inoltre, può essere un limite importante al momento della fase di spinta al momento del parto con insorgenza dolorsa proprio durante questo momento molto delicato.
Educazione posturale: Molto importante è l'apprendimento della corretta postura da assumere anche durante l'attività fisica, domestica e lavorativa. La zona lombare, man mano che il bambino cresce, è soggetta ad accentuare la lordosi e sollecitare le articolazioni con rischio di situazioni dolorose. Non solo: imparare a controllare la postura sarà utile anche dopo la nascita del piccolo, in modo da essere già consapevole della postura da controllare successivamente.
Educazione del pavimento pelvico: Prevede la presa di coscienza della muscolatura del pavimento pelvico e esercizi di elasticizzazione della zona perineale in modo da favorire la permeabilità del canale del parto.
Esercizi di mobilità globale: Sono inseriti in un programma di esercizi personalizzati in base ad una valutazione fisioterapica, servono ad imparare come gestire in autonomia la mobilità globale per favorire il benessere globale. Possono essere esercizi di stretching, di stabilizzazione, di allenamento, di respirazione o altro, e vengono modificati al cambio di ogni trimestre gestazionale in modo da riadattare il programma al momento specifico.
3. Quando cominciare?
Già alla fine del primo trimestre è possibile cominciare in modo di valutare il corpo fin dall'inizio, prima che comincino le modifiche fisiche in modo da avere una conoscenza del corpo e per poter porsi degli obiettivi di recupero dopo il parto. La frequenza e il numero di sedute dipendono dalla valutazione iniziale e dagli obiettivi da raggiungere. Molto importante è la collaborazione e fiducia tra fisioterapista e neomamma in modo da entrare in sintonia e percorrere insieme questo bellissimo momento.
Dopo la gioia della gravidanza e della nascita, il periodo successivo può presentare delle difficoltà oggettive legate all'adattamento alla nuova condizione generale. La neomamma deve apprendere nuove abilità sull'accudimento del neonato, in particolare l'allattamento e il ritmo sonno veglia, che portano spesso a minimizzare le proprie difficoltà e a trascurare sè stessa.
Sarebbe molto importante mettere nel planning degli appuntamenti (oltre al pediatra e all'ostetrica) la fisioterapista!
In realtà, nella maggioranza dei casi, la mamma è concentrata solo sulla salute del bambino.
La necessità fisioterapica viene avvertita dopo il terzo mese, quando alcuni dolori non passano e rendono difficile la gestione anche del nascituro. E' per questo che è molto importante il percorso fsioterapico effettuato durante la gravidanza quando non ci sono preoccupazioni e c'è il tempo a disposizione per dedicarsi a sè stesse.
4. Come può essere di aiuto la fisioterapia?
E' importante dire innanzi tutto che non c'è un programma uguale per tutti! La specificità di ogni intervento fisioterapico parte dalla valutazione del problema che porta la mamma a chiedere il nostro aiuto.
La causa piu frequente è il dolore lombare. Un altro distretto corporeo frequentemente interessato è il polso, per le frequenti tendiniti che si hanno in seguito alle alterazioni ormonali e che tendono a peggiorare con la gestione del bambino.
Vediamo comunque i motivi di intervento più frequenti.
sintomatologie dolororse distrettuali: come abbiamo detto, le problematiche più frequenti sono a carico del tratto lombare e delle anche. Queste parti scheletriche sono state più soggette alle modifiche del corpo durante la gravidanza sia per la mobilità che per la variazione del peso. La situazione post- partum dipende in parte dall'investimento riabilitativo che è stato fatto nel periodo della gravidanza: un buon mantenimento generale della postura e dell'articolarità globale, oltre al controllo del peso, aiutano positivamente ad avere minor fastidi successivamente. Il trattamento principale per il dolore è la terapia manuale/osteopatia. Necessarie possono essere anche terapie fisiche come laser e tecar in base alla tipologia e alla gravità del dolore. Essenziali sono, poi, esercizi terapeutici e rieducazione posturle per correggere e stabilizzare la corretta postura. Altro problema frequente è il dolore al polso: durante i primi mesi di accudimento sono molto probabili tendiniti importanti che rendono molto difficile la gestione del bambino e che richiedono l'intervento fisioterapico specifico. In questo caso può essere necessario un iniziale approccio con terapia fisica e kinesiotaping per ridurre velocemente il dolore per passare poi ad esercizi specifici da fare anche a casa.
funzionalità del pavimento pelvico: I muscoli del pavimento pelvico sono la parte contenitiva inferiore del bacino e sono sottoposti a particolare stress durante la gravidanza per il cambiamento dell'assetto posturale e della fase espulsiva del parto. Di conseguenza possono aver subito alterazioni e inibizioni che rendono difficile la loro funzione normale di contenimento (evitare perdite) e di sostegno del bacino oltre che ritornare alla funzione sessuale. Queste disfunzioni sono comuni al parto naturale e a quello cesareo: nel primo caso si diversificano per eventuale tipologia di lacerazione dei tessuti; nel secondo caso abbiamo un esito chirurgico cicatriziale che può talvolta creare maggiori problemi a livello degli addominali. In base agli esiti del parto sono previsti esercizi di presa di coscienza dei muscoli del pavimento pelvico, controllo posturale, trattamento delle cicatrici, esercizi per controllo vescicale.
recupero controllo e tonicità addominale: in presenza di diastasi addominale, intesa come allotanamento dei due muscoi retti addominali, va considerato che l'allungamento del tessuto connettivo è normale in una gravidanza arrivata a termine. E' opportuno aspettare un recupero fisiologico iniziale e poi valutare, talvolta anche ecografia, la gravità del quadro clinico per impostare il trattamento specifico. Gli esercizi sono mirati alla contrazione specifica dei muscoli e alla gestione di essi durante la vita quotidiana in modo da non venir sollecitati eccessivamente durante le attività quotidiane (prendere in braccio il bambino, sollevare dei pesi, starnutire o tossire, ecc). Si effettuano quindi esercizi ipopressivi, esercizi posturali, esercizi di stabilizzazione e coordinzione.
recupero attività posturale globale: in questo caso l'obiettivo è esclusivamente personale. Ognuna ha il proprio in ralazione al ritorno all'attività fisica, sportiva e agonistica e di conseguenza verrà pianificato il programma specifico. La tennista avrà un programma diverso dalla ballerina e diverso ancora dalla donna che vuole tornare a fare camminate.
A conclusione di quanto detto, possiamo affermare che i problemi che accomunano le donne in questo periodo della loro vita sono molteplici, non è detto che si manifestino tutti, alcuni non si presenteranno mai, altri potranno insorgere a lungo termine (come ad esempio il problema della continenza urinaria): resta molto importante tener presente che la neomamma in questa fase può trovare un pò di tempo da dedicarsi in quanto futura madre ma soprattutto in quanto donna, in modo da conoscere le possibilità che possono aiutarla a mantenere un buono stato di salute e il necessario benessere psicofisico.
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